Arrivo dell'ambasciatore della Repubblica di Firenze

Roberto varcò il portone di quell'imponente palazzo. La prima cosa che lo colpì era lo sfarzo. Affreschi e arazzi adornavano la stanza centrale. L'imponenza e la magnificenza servivano proprio ad avvalere quel pensiero comune: ricchezza uguale potenza.

Si avvicinò ad una guardia e si pronunciò:

Sono Roberto di Luna, il nuovo ambasciatore della Repubblica di Firenze verso la Vostra Repubblica. Porto con me i documenti ufficiali che attestano la mia dichiarazione.

mostrò i sigilli repubblicani alla guardia.



Aspetto ivi di essere ricevuto

Vide allontanarsi la guardia...

Baronessa, ivi l'ospite sono io. disse Roberto con un lieve accenno del capo e la mano di traverso sotto lo sterno, a mo' di inchino

Debbo essere io a presentare dei doni a voi, mia cara ambasciatrice e così dicendo porse alla Baronessa una bottiglia del buon vino di Montepulciano.

Aspetteremo insieme il Gran Ciambellano prima di stapparlo sedendosi così su una comoda sedia.

Il viaggio non è stato così disdicevole, anzi mi è parso molto interessante. Partendo dal porto di Livorno mi sono soffermato nei porti di Terra di Lavoro, gente gioviale, poco incline al battibecco ma molto generosa. Ho visto la Sicilia et la Calabria passando per l'Apulia. Terre molto interessanti, lontane dal potere politico ma molto, molto fertili. I porti abruzzesi brulicano di commercianti verso l'Est, molti veneziani mi è parso di notare, sono felice di vedere gente attiva. E poi, beh Baronessa, Venezia. La Magnifica Venezia. Una meraviglia dell'ingengno umano e del dono di Aristotele, devo farvi i miei più sentiti complimenti disse Roberto e continuò Ho inoltre notato che le vostre navi sembran più resistenti, che legno usate? Quello proveniente da Antiochia? concluse, osservando la Baronessa