Candidature per entrare nel Corpo diplomatico veneziano

Elisabetta fu avvisata dell'arrivo dei nuovi apprendisti ed andò loro incontro.

"Benvenuti a Palazzo Ducale, se volete seguirmi vi mostro la vostra sala"

diede poi ordini al paggio di accompagnare chialtri sarebbe giunto nell'apposita sala

Cerb, dopo essersi alzato presto la mattina, s'imbarco su di una chiatta, il miglior tipo di nave per poter navigare lungo il Sile, trainata da buoi che avanzavano lenti lungo i letti del placido fiume per poter così raggiungere, il più velocemente possibile, la Laguna.
"Meno male - pensò - che il buon Aristotele mi ha fatto nascere così vicina alla città del Leone.
Dopo una mezza giornata di viaggio, sfruttando non solamente la forza delle bestie ma anche quella dei barcaioli che, con l'utilizzo di lunghi bastoni, si spostavano raschiando il fondale, giunse nei pressi della laguna, non poco dal Castello di Mestre, imponente fortino fatto costruire 4 secoli fa dai vescovi della sua città e che, nemmeno lui, nonostante lo spessore delle mura, era riuscito a resistere alla ferocia di quel Ezzelino sempre presente nei racconti della sua terra.
Come si aspettava, lì vicino vi era una piccola stazione di traghettatori che, per qualche soldo di rame, traghettavano, a bordo di navi abbastanza veloci, gente, merci e animali fino a Venezia.
Tuttavia, data l'importanza di quel giorno, date le vesti molto curate che indossava, e che non voleva minimamente far puzzare con l'odore emanato dalle persone e dalle varie pecore e dai vari porci destinati ai macelli della Capitale, decise di sborsare un bel zecchino d'oro per ottenere una nave, tutta per se, e la più veloce che potesse esserci. Guardato con un misto di stupore e invidia sia dai traghettatori e sia dalle numerose persone lì attorno, si imbarcò su di una veloce galera piccola. Giunto presso le banchine, scese e, emozionato come uno scolaretto al primo giorno di scuola, si avviò verso Palazzo dogale e le sue varie stanze di governo. Date le credenziali ad una guardia all'ingresso, poco lontano dalla statua dei due augusti e dei due cesari, entrò in quel palazzo, simbolo della potenza di Venezia, e subito si perse nella sobria magnificenza di quelle sale, adornate con gusto e moderazione, come d'altronde ben si addice ad un veneziano.

Il sole era ormai calato da qualche ora. Le giornate di quel gelido inverno si facevano via via sempre più brevi e le poche ore di luce sembravano ormai essere un dono prezioso.
Aurora stava chiudendo il portone della sua taverna e si apprestava a tornare a casa per preparare il desinare alla sua famiglia, quando un paggio con stemmi ducali la raggiunse.
Perdonatemi Madama, siete Voi Aurora Delle III Spade?
Lei annuì sorridendo.
Il messo allora affondò la mano sotto la cappa di lana spessa per estrarne una missiva, recante il sigillo di ceralacca con lo stemma della Cancelleria. Il poveretto, infreddolito e spossato dal lungo viaggio, consegnò il dispaccio e domandò di una locanda in cui alloggiare e riposarsi per la notte.
Congedatasi dal cortese messaggero, Aurora attraversò la piazza Contarena e si diresse nuovamente verso casa. La stanza era ancora deserta, i figli e il marito erano probabilmente ancora a lavoro. Aveva qualche minuto di riposo quindi... accese il fuoco nel camino e preparò l'occorrente per la cena. Poi finalmente si sedette dinanzi al tremulo fuocherello che si faceva pian piano spazio tra i ciocchi appena accesi e lesse attentamente la missiva. Era da parte del Gran Ciambellano in persona! Ed era stata accettata tra gli apprendisti diplomatici! Quale onore!
Non si aspettava proprio quella notizia. Poco tempo prima, quando aveva inviato, quasi timidamente, la sua candidatura, non poteva immaginare che la sua richiesta sarebbe stata accolta...
Oh, cielo! esclamò leggendo l'invito a recarsi a Palazzo Ducale per presentarsi ufficialmente.
Il panico la prese. Un viaggio da organizzare e anche rapidamente. Udine era a ben due giorni di cammino da Venezia. Avrebbe dovuto prendere una carrozza. Ma era tardi!
Si precipitò nella bottega del figliolo Miguel, abbandonando la cena in preparazione.
Migueeeel! La carrozza, mi serve la carrozza e in fretta!!
Ancora con il cuore in gola dallo spavento dovuto all'irruenta entrata a sorpresa della madre Miguel l'aiutò a preparare i bagagli. Era perplesso, non gli piaceva per niente l'idea che la madre viaggiasse sola. Ma non l'avrebbe mai convinta ad aspettare il giorno successivo. Ormai la conosceva bene, sapeva che quando era presa da quell'entusiasmo e quella foga niente e nessuno avrebbe potuto distoglierla dai suoi intenti.

La schiena ancora indolenzita, il capo ammaccato dai frequenti sobbalzi dovuti alle buche lungo il cammino, ma era giunta a Venezia!
Il cocchiere le dette una voce Siamo al Palazzo Ducale, mia signora. Volete che Vi annunci?
Ancora leggermente arruffata scese dal veicolo e si lisciò con le mani l'abito. Sperava non sembrasse troppo sdrucito...
Oh non importa, Vi ringrazio per l'aiuto. Da qui me la cavo da sola. Prendete... disse porgendo all'uomo una moneta d'argento per il suo disturbo.

La guardia all'ingresso, visto il sigillo della Cancelleria sulla missiva, non le fece difficoltà e la lasciò passare immediatamente.
L'ingresso era maestoso: la grande scalinata posta al centro della sala, gli splendidi e raffinati arazzi alle pareti... Aurora era affascinata ed intimorita al tempo stesso. Mentre i suoi pensieri divagavano e immaginava ciò che avrebbe potuto dire per presentarsi udì dei passi affrettati alle sue spalle. Un povero paggio trafelato le corse incontro Madonna, siete in ritardo! Presto, seguitemi, tutti gli altri apprendisti sono già nel salone!

Salve a tutti , porgo a Voi egregissimi l amia candidatura a far parte del corpo diplomatico

Era molto alta l'emozione di Williamvee, nel vedere una missiva a lui recapitata, recante il sigillo Dogale;
lo fu ancora di più la sorpresa, nell'apprendere dalla scrittura del Serenissimo Portavoce,
che la sua candidatura per il corpo diplomatico veneziano era stata accettata.
Il tempo di riprendersi, era giunta l'ora di preparare la valigia per andare a Palazzo Ducale.
Uscì dall'ufficio con aria gioiosa esclamando: "Venezia arrivo!"
Una volta arrivato a Palazzo Ducale, si presentò.

Salve, sono qui per porre al Consiglio la mia Candidatura a Diplomatico.

Tamás d'Arborea era appena giunto a Palazzo Ducale, non poteva credere alla bellezza delle opere che adornavano quelle splendide sale. Il suo incedere era titubante, controllava più volte l'invito che recava con sé. Ad un tratto vide una guardia, si appropinquò e disse:
"Messere, sono stato invitato dal Gran Ciambellano come consigliere di legazione in prova presso il regno di Ungheria. Sapete indicarmi dove presentarmi?"

Taunus era arrivato a Palazzo Ducale dopo aver passato la giornata al Lido di Pellestrina a nuotaree a cercare di catturare qualche "granso porro". Ancora con l'odore di salsedine addosso chiese alla prima guardia che incontrò:
"Buenos dias, Se me informó che yo soi el nuevo consigliere di legazione in prova presso i regni de Espana. Sapete indicarmi donde devo recarmi?"

La gondola lo lasciò nella piazza antistante il Palazzo Ducale.

Sceso sul pontone Karl si sistemò la calda cappa che riparava dal vento ancora freddo in quel giorno di marzo.
A passi decisi si avvicinò al grande portone, diede tre tocchi al pesante batacchio di bronzo e guardando le colonne che reggevano il grande porticato, attese che qualcuno venisse ad aprire.

Dante era al settimo cielo. Era stato scelto dalla Gran Ciambellana per rappresentare la Repubblica che amava nel mondo. Appena lesse il bando non perse tempo e corse al palazzo ducale.

Salve, son messer Dante Dionisio Collalto, cittadino di Treviso, e chiedo di parlar col Ciambellano o chi di dovere

Francesca Sofia arrivò al portone ed accolse i nuovi arrivati..

"Benvenuti a Palazzo Ducale messeri... alcuni di voi già mi conoscono, altri no per cui mi presento. Mi chiamo Francesca Sofia Carroz di Savorgnan e sono il serenissimo Gran. Ciambellano." Quindi sorrise ed aggiunse "Vi prego di seguirmi nella sala apposità sala"

Fendis non era molto impegnata in quei giorni, almeno dal punto di vista istituzionale, ma la sua piccola figlioletta le dava comunque molto da fare. Nonostante questo si era candidata al bando per diplomatici ed ora che le era arrivata la missiva di risposta, naturalmente positiva, si preparava a fare ritorno a palazzo ducale.

Vi aveva messo piede molte volte, ma solo in qualità di membro del consiglio, mai come diplomatica, incarico per lei nuovo. Ed anche se ormai aveva accumulato molta esperienza in più disparati campi nel corso degli anni, proprio per questo motivo aveva dentro di se un pizzico di agitazione che tentava di nascondere, ma che comunque affiorava al volto forse per le pieghe troppo rigide del sorriso.

Quando giunse riuscì a vedere un volto familiare, Veroniq, a cui sorrise e poi si presentò agli altri:

"Abigal Costanza Della Carmagnola, sarò un piacere lavorare qui"